Presentato il libro "Bruno Zauli, il più colto uomo di sport". Malagò: è fonte di ispirazione

CONI

Zauli cr1Il Presidente del CONI, Giovanni Malagò, e il Segretario Generale, Roberto Fabbricini, hanno partecipato  oggi – al Salone d’Onore - alla presentazione del libro “Bruno Zauli, il più colto uomo di sport”, scritto da Gianfranco Colasante. L’opera, dal sottotitolo “Il romanzo ritrovato del CONI (e dello sport) fino alla ‘grande bellezza’ di Roma ‘60” celebra l’indimenticato dirigente sportivo, scomparso il 7 dicembre 1963. Per celebrare il ricordo del dirigente sono intervenuti anche il membro CIO, Mario Pescante, il Rettore dell’Università degli Studi di Roma "Foro Italico" e membro di Giunta, Fabio Pigozzi, Vanni Loriga, con testimonianze di Tito Morale e Giacomo Crosa e del figlio Leonardo Zauli.

 

Zauli fu illuminato segretario generale del CONI e poi presidente della FIDAL dal 1946 al 1957. Ricoprì anche il ruolo di Commissario Straordinario della FIGC. Ideatore della Coppa Europa per nazioni e fondatore della Scuola Nazionale di Atletica Leggera di Formia, a lui si devono la rifondazione dello sport italiano nel dopoguerra e l'introduzione della pratica sportiva nei programmi scolastici.

 

Malagò, sottolineando l’importanza della pubblicazione, ha ricordato la statura di un uomo che ha scritto la storia del movimento agonistico tricolore. “Bruno Zauli non è stata una persona qualunque. Devo dire che se Giulio Onesti ci ha regalato un modello come il CONI, apprezzato unanimemente all’estero, è anche merito della grande opera di Bruno Zauli. Persone come lui hanno fatto grande il nostro paese e non solo per lo sport. Ha collezionato tanti meriti, perché ha saputo - più di tutti - coniugare i valori di dirigente sportivo con i valori della cultura, per questo deve essere un costante motivo di ispirazione”.

 

Fabio Pigozzi ha esaltato la figura di Zauli “antesignano della medicina dello sport e protagonista di innumerevoli intuizioni che hanno segnato la storia e l’affermazione delle scienze motorie a livello formativo”, mentre Mario Pescante – con un ricordo esaustivo e appassionato – ha ricordato tanti aneddoti che hanno visto protagonista Zauli. “Raccontare lui vuol dire raccontare il CONI e questo libro in realtà raccoglie e mette insieme per la prima volta tutti gli elementi che hanno contribuito ad alimentarne la fama. E’ stato un grandissimo, un catalizzatore, un profeta, per le sue qualità”. Nel suo articolato intervento il membro CIO ha ricordato – tra le altre cose – “anche due lettere dei primi anni ’60, che conservo, con i complimenti di Zauli quando ero al Cus Roma”.

L'autore del libro, Gianfranco Colasante, ha voluto specificare che "uno dei meriti maggiori di Bruno Zauli è lo sport scolastico. Lo sport nella scuola nasce nella testa di Zauli molto prima della Seconda Guerra Mondiale. A quel sogno lavorò moltissimo. A quegli anni si deve molto dello sport nazionale. La partenza dello sport della scuola, agli inizi degli anni ’50, portò a compimento i percorsi olimpici di Cortina e di Roma che io considero il momento più alto dello sport nazionale. Poi ovviamente lo sport è cambiato, noi possiamo fare quasi un’operazione ‘amarcord’ di quel periodo, ma volevo soffermarmi su un vecchio cimelio di quegli anni che porta la data del 5 maggio ’57, la pagina del Corriere dello Sport, la cronaca degli Studenteschi all’Olimpico. Il maggiore spazio della pagina è riservato agli Studenteschi. Un cimelio che mette in mostra i diversi rapporti di forza che c’erano nello sport italiano".

 

Dettagliati, emozionanti e pieni di originali curiosità anche i lunghi ricordi di Vanni Loriga, Tito Morale e Giacomo Crosa, dall’alto di esperienze personali, giornalistiche e agonistiche di alto profilo, associabili alla figura di Bruno Zauli.  

 

Il volume è un corposo lavoro che, in 500 pagine e 31 capitoli, riscrive in toto la storia dello sport italiano fino alla “Grande Bellezza” di Roma ’60. Sullo sfondo, e neppure tanto in penombra, il “romanzo” dimenticato e denso di fascino del Comitato Olimpico Nazionale Italiano e dei tanti uomini che ne hanno costruito le fortune. E, in sottordine, le vicende della Federazione di Atletica che a Zauli deve tutto (fu proprio lui a “rifondarla” 70 anni fa, nel marzo 1946). Quindi storia e storie di avvenimenti, ma soprattutto delle idee e degli uomini che le hanno rese possibili, malgrado le difficoltà e gli sconquassi del “secolo breve”. Storie rievocate per il periodo del maggior sviluppo del Movimento Olimpico italiano, coincidente con l’arco di tempo che va dai primi anni Venti ai Giochi di Roma, ineguagliato apice dei nostri successi sportivi.

Non per nulla, nella retrocopertina del libro si legge: “Le storie degli uomini – e delle loro istituzioni – restano un continuo divenire: una sequela ininterrotta di capitoli, l’ultimo dei quali viene sempre influenzato da quelli che l’hanno preceduto. Ecco perché non si può pensare alla candidatura di Roma ai Giochi Olimpici del 2024 senza rileggere come lo Sport Italiano abbia saputo ottenere e celebrare - negli anni della ricostruzione e con pochissimi mezzi – due Olimpiadi in cinque anni e soprattutto, allestire i fasti di Roma ‘60”.